Di Fiorenza Spuria

Lo straordinario mondo di Gumball

I cartoni, i videogiochi e i fumetti sono sempre stati la mia più grande passione oltre alle lingue straniere e pertanto per la mia tesi di laurea ho deciso di focalizzarmi su una serie animata in onda ormai dal 2011 su Boing e Cartoon Network e conclusasi nel 2019, ovvero Lo straordinario mondo di Gumball. La serie tratta le surreali avventure di Gumball Watterson, un gatto blu che insieme al fratello Darwin (un pesce rosso), alla sua sconclusionata famiglia e ai compagni di classe vive in un mondo popolato dalle più svariate creature, create con diverse tecniche di animazione, da quella tradizionale, alla CGI e alla stop-motion. Pur adorando la serie TV, c’era qualcosa che non andava… per quanto divertenti fossero le situazioni e i dialoghi, il doppiaggio presentava sempre qualche problema: nel febbraio 2017 stavo guardando un episodio prima di partire per Forlì un lunedì mattina presto, e in quel momento, sentii una battuta in cui il verbo “realizzare” era usato con il significato della lingua inglese, ovvero era una traduzione letterale del verbo “to realise”.

Passarono i mesi e all’incontro tesi di maggio 2017 ormai avevo le idee chiare… Gumball sarebbe stato l’argomento della mia tesi magistrale. Nel marzo 2018 incontrai la mia relatrice che avendo due figlie delle elementari era ben al corrente dei loro gusti in fatto di cartoons. Essendo una persona bilingue (italiano e inglese), mi spiegò di come i cartoni animati siano stati tradotti spesso di fretta e con poca cura, trattati ingiustamente come una forma d’intrattenimento minore, quando in realtà è uno dei pochi media a essere adatto per ogni fascia d’età. Il doppiaggese ha colpito gravemente l’ambito dei cartoni, con parole tradotte per adattarsi al labiale dei personaggi (“già” come traduzione di “yeah”) o alla lettera senza nemmeno indagare più a fondo (“sicuro” come traduzione di “sure”). C’è da dire che cartoni animati come Gumball contano già su un linguaggio semplice di per sé nell’originale. Linguaggio che non è un problema, anzi è intelligente e satirico e che contribuisce allo sviluppo della vicenda. Tuttavia, il doppiaggio italiano non sempre riesce a cogliere le sfumature dei vari giochi di parole, come ad esempio nella traduzione dell’episodio della terza stagione Il vuoto, in cui la parola “sombrero” non si intona per niente con lo scambio di battute, lasciando quindi un senso di straniamento negli spettatori:

(2:21- 2:35) Gumball: “Okay. Even I can tell something’s missing here.” Darwin: “Maybe it’s not something. Maybe it’s some-” “Gumball: “Where!?” Darwin: “No.” Gumball: “Somehow?” Darwin: “No.” Gumball: “Somewhat?” Darwin: “No.” Gumball: “Sombrero?” Darwin: “No. Someone.” Gumball: “Yeah, well. I was gonna say that next, so-” /  Gumball: “Anch’io mi sono accorto che manca qualcosa.” Darwin: “Forse non è qualcosa, forse è qual-” Gumball: “Qualità?” Darwin: “No.” Gumball: “Qualora?” Darwin: “No.” Gumball: “Qualunque?” Darwin: “No.” Gumball: “Sombrero?” Darwin: “No. Qualcuno.” Gumball: “Sarebbe stata la prossima parola!

Per non parlare poi di alcuni sottotitoli non tradotti nel caso dell’episodio Le incomprensioni: gli spettatori piccoli o quelli con conoscenza scarsa o nulla dell’inglese hanno in quel caso problemi a capire l’equivoco che Gumball affronta.

Fortunatamente, però, nella sesta stagione i sottotitoli, pur non essendo tradotti per iscritto, sono tradotti oralmente con la tecnica del voice-over, permettendo così una maggiore fruibilità dell’opera anche agli spettatori in età prescolare (pur non essendo parte del target a cui la serie si rivolge).

Tuttavia, nonostante alcuni evidenti errori di traduzione, gli adattatori italiani danno prova di creatività nell’ambito della transcreazione, nel caso in cui una traduzione letterale non sia possibile: ad esempio, la festa inventata Sluzzle Tag diventa Rockoween, traduzione perfettamente in tema con il personaggio ribelle e amante del rock che distribuisce i doni in un grigio e cupo giorno di gennaio. Il mio esempio preferito viene però dall’episodio della seconda stagione Spirito di patata, dove Idaho la patata campagnola canta una brevissima strofa di una canzone: Aberdeen, in the wind! And the field potato. Tale canzone è tradotta in italiano come: molto meglio le patate che l’epatite. Non solo i traduttori hanno creato un divertente gioco linguistico, ma sono persino riusciti ad abbinare la canzone al tema dell’episodio: meglio una vita salutare in campagna che una vita piena di cibo spazzatura in città.

In definitiva, nonostante la traduzione di Gumball presenti alcuni errori non da poco, si tratta comunque di un prodotto divertentissimo, dissacrante e con vari livelli di lettura ed è pertanto consigliata la visione sia in lingua originale che in italiano, per poter cogliere tutte le differenze.

Nel caso abbiate voglia di saperne di più a riguardo, la mia tesi di laurea è disponibile sul sito dell’Università di Bologna al seguente link: https://amslaurea.unibo.it/17148/

Sono molto orgogliosa (orgogliosa, non fiera…quello è un doppiaggismo) della mia tesi e tra una traduzione e un’animazione 2D e 3D sono sempre pronta a soddisfare i miei clienti. A presto!

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