Di Camilla Vecchione –
Ascolta la versione audio di questo articolo!
La settimana scorsa ci siamo soffermati in questo articolo sull’interpretazione dialogica e consecutiva, individuandone le caratteristiche e gli ambiti d’uso.
In questo articolo facciamo lo stesso per la modalità simultanea e lo chuchotage.
La prima modalità viene generalmente utilizzata in eventi quali conferenze e congressi di ordine pubblico e privato e assemblee di organi quali l’Unione Europee e le Nazioni Unite. Avete mai visto il film “The interpreter”? Ebbene, in quel film Nicole Kidman è proprio un’interprete che lavora in modalità simultanea per l’ONU.
L’interpretazione simultanea, come indica il nome stesso, viene effettuata da un interprete che, mentre ascolta il discorso dell’oratore, simultaneamente lo traduce oralmente in un’altra lingua.
Gli interpreti di simultanea generalmente lavorano in una cabina insonorizzata, preferibilmente con vista sulla sala della conferenza, e ricevono il discorso dell’oratore in cuffia. Mentre lo ascoltano e lo comprendono pronunciano la propria traduzione nella lingua di arrivo in un microfono e i beneficiari dell’interpretazione ascoltano l’interprete di simultanea tramite un set di cuffie che viene distribuito loro prima dell’inizio dell’evento.
La modalità simultanea desta sempre un forte interesse in chi ne beneficia. Come può una persona ascoltare e tradurre allo stesso tempo e intanto continuare ad ascoltare ciò che l’oratore dice?
L’interpretazione simultanea è, in effetti, un processo estremamente complesso e addirittura innaturale per il nostro cervello. Tuttavia, questa è una tecnica che si può allenare. Attraverso anni di formazione universitaria e permanente di tipo estremamente pratico, gli interpreti sviluppano e affinano tali capacità fino ad arrivare a svolgere quest’attività quasi in maniera naturale, garantendo rese complete, accurate, fruibili e idiomatiche nella lingua di arrivo.
Tutto ciò, però, richiede una grande concentrazione: non ci si può distrarre neanche un millesimo di secondo per non rischiare di perdere neanche un’informazione! Pertanto, gli interpreti professionisti lavorano sempre in due in cabina, per potersi dare il cambio (generalmente ogni mezz’ora circa) quando avvertono una certa stanchezza che potrebbe inficiare la qualità della loro resa.
Gli interpreti possono contare sul proprio compagno di cabina non solo per alternarsi nell’interpretazione, ma anche per ricevere suggerimenti durante la propria resa. In cabina è fondamentale avere un forte spirito di squadra e sostenere il proprio collega nei momenti di necessità. In effetti, a chi interpreta potrebbe non venire in mente una parola nella lingua target, non capire un concetto nel discorso originale o essere indeciso su un numero o un nome proprio, elementi generalmente problematici in interpretazione. In tal caso, il compagno di cabina, che percepisce la difficoltà del proprio collega, suggerisce per iscritto la parola o il numero di cui l’interprete può aver bisogno. Questo sistema si chiama “prompting”, dal verbo inglese “to prompt”: “suggerire”. Un’altra operazione che il collega può svolgere è consultare glossari e risorse terminologiche sul PC per poter poi suggerire al compagno in difficoltà. Un approfondimento sull’uso del PC in cabina lo trovate qui nell’articolo della collega Maria Pecciarini.
Soffermiamoci ora sullo chuchotage. Se vi state chiedendo cosa voglia dire questa strana parola, ebbene questa viene dal francese “chuchoter”, che significa “sussurrare”. In questa modalità, in effetti, l’interprete di chuchotage sussurra la propria resa all’orecchio della persona che necessita una traduzione dell’originale. Data la stessa natura di questa modalità, è possibile effettuarla soltanto quando il numero di ascoltatori è estremamente limitato (da uno a tre).
Anche lo chuchotage si svolge nel momento stesso in cui l’oratore pronuncia il suo discorso originale. Pertanto, è come se gli interpreti che lavorano in tale modalità svolgessero una simultanea, all’orecchio del cliente. Pertanto, questi si trovano di fianco a lui, non possono beneficare dell’insonorizzazione della cabina, non hanno un collega che dia loro suggerimenti e non possono usufruire del computer per svolgere ricerche terminologiche. A queste sfide si aggiunge anche quella del contatto ravvicinato con il cliente, che potrebbe suscitare imbarazzo in chi non vi è abituato e il fatto che sussurrare non è una pratica salutare per le nostre corde vocali, per cui i tempi dello chuchotage non dovrebbero essere troppo estesi. Tuttavia, il maggiore limite di questa modalità è il fatto che serva un interprete ogni tre (massimo!) beneficiari dell’interpretazione, cosa che non ne consente un vasto uso nelle conferenze, dove i partecipanti sono generalmente decine o centinaia.
Con questo articolo abbiamo, quindi, messo in evidenza le peculiarità della modalità simultanea e dello chuchotage, pratiche simili da utilizzare in alternativa l’una all’altra in base al numero dei partecipanti all’evento comunicativo che necessitano di traduzione.
Speriamo che queste spiegazioni, insieme a quelle della settimana scorsa sulla modalità dialogica e consecutiva, vi siano state utili per fare chiarezza su ciò che differenzia le quattro principali modalità di interpretazione e che vi aiuteranno a richiedere accuratamente il servizio di interpretazione che fa al caso vostro quando ne avrete bisogno per il vostro prossimo evento!